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Anche il Meridione si prepara alla ripresa. Sorprendentemente con maggior grinta di quanto ci si poteva attendere. I primi segnali positivi giungono dai servizi e, altro dato interessante, non dalle grandi aziende, ma da quelle con meno di 50 dipendenti. Non è neppure vero che si tratti solo di lavoratori stagionali, bensì di contratti a tempo determinato. Insomma ancora precariato, ma non peggio che nel periodo pre pandemia. Piuttosto alla ripresa economica finalmente si pensa di accompagnare anche la pari opportunità. Perché uno dei maggiori gap lavorativi per il Meridione è costituito dall’assenza o perlomeno dalla carenza dei servizi a sostegno dei lavoratori. Come ben chiarisce il ministro Mara Carfagna, che da meridionale conosce a fondo la questione, finché lavoratori e lavoratrici non avranno gli stessi diritti – e lampante è l’esempio degli asili nido – il divario non potrà essere colmato. Ben vengano quindi gli aiuti, economici, alle imprese, purché siano integrati dal welfare lavorativo. Vengono alla memoria le parole del Presidente più amato dagli italiani, Sandro Pertini, che nel messaggio di fine 1982 ebbe a dire: «Il problema del Mezzogiorno non può essere considerato soltanto un problema di quelle regioni: deve essere considerato un problema nazionale se lo si vuole risolvere».

Insomma non si può crescere a due velocità, altrimenti ci sarà sempre una fetta d’Italia che resterà indietro e farà da zavorra. Nonostante le competenze, le intelligenze, le risorse naturali che porta con sé.

PORTALE CONSULENTI – MAGAZINE – n° 25 2021